Come è possibile racchiudere in un solo termine l'intera biodiversità e paragonare un elefante, una pulce, uno scimpanzé? Che cosa accomuna gli esseri viventi che chiamiamo animali, se non il fatto di non appartenere alla specie umana? Questo libro si propone di interrogare, nella storia del pensiero filosofico occidentale, alcuni autori che hanno riflettuto su questi temi, mettendo in luce come l'animale-umano utilizza l'animale-animale per costruire la propria soggettività, quasi per fondarla sulla differenza fra il primo - l'unico dei due che può dire «io sono» - e il secondo. Tutto ciò ha precise conseguenze anche nella nostra vita quotidiana. La vita che si attribuisce all'animale è una vita «degna di essere vissuta»? Se la risposta è affermativa, che cosa dire dell'allevamento intensivo degli animali come forma di sostentamento per l'uomo? In ciò che comunemente chiamiamo mondo animale si cela un'opportunità per il mondo umano: quella di riconoscersi abitanti dello stesso mondo, della stessa realtà. L'animale è qui e ci guarda dalla notte dei tempi, forse per ricordale all'animale umano che la Verità la si trova nella relazione. che la Verità è relazione. Ciò dovrebbe implicare un nuovo paradigma filosofico, che parta da ciò che all'animale indiscutibilmente ci accomuna: la nascita.