Guardare e ascoltare. Far immaginare attraverso le figure e le parole per parlare non solo all'occhio del corpo ma anche all'occhio della mente. Ancor prima dell'avvento della stampa, i predicatori in volgare delle origini mostrano di saper bene come comunicare con il popolo e quali strumenti usare per influenzarlo, per controllarne le passioni, le paure e i piaceri. Sanno come fare per imprimere nella memoria di un largo pubblico i modelli di comportamento da seguire e i contenuti di una cultura della penitenza che proietta la vita quotidiana nella dimensione inesorabile dell'eternità e del giudizio divino. Le tecniche per tradurre le parole in immagini e le immagini in parole sono molte e sofisticate, e le prediche si possono leggere come una sorta di archeologia di spettacolo multimediale, dove vengono chiamate in gioco anche le pitture delle chiese e dei palazzi che fanno parte dell'esperienza quotidiana degli ascoltatori. Nei primi decenni del Trecento, i dipinti del Trionfo della Morte del Camposanto di Pisa diventano cosi ideale scenario delle parole di ammonimento dei domenicani, e nel Quattrocento san Bernardino trasformerà i palazzi, le chiese, le strade di Siena in un vero e proprio teatro della memoria della sua predicazione.
La rete delle immagini. Predicazione in volgare dalle origini a Bernardino da Siena
Dario Bottos - 30/05/2013 08:42
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Un sottotitolo non troppo felice ("Predicazione in volgare...") limita eccessivamente, anche nelle aspettative di un primo incontro, la portata del saggio. In realtà l'orizzonte della trattazione è la questione della sinergia tra testo e immagine nella costruzione degli "oggetti culturali", e la focale viene posta sul momento storico e l'area geografica (Pisa e la Toscana del `300) in cui probabilmente la consapevolezza di questa sinergia e delle sue infinite possibilità è arrivata a maturazione, per poi restare patrimonio acquisito e fonte inesauribile di elaborazione. Negli "exempla" esaminati - tratti dall'armamentario mnemotecnico della predicazione dell'epoca - si sviluppa con meraviglia sotto i nostro occhi (del corpo e della mente) la lussureggiante foresta di: analogie / metafore / allusioni / implicazioni, generata dalle due polarità seminali, il testo e le immagini, che la mente del fruitore cortocircuita, con intimo piacere.
Dario Bottos - 30/05/2013 08:42