Daniele è un giovane poeta oppresso da un affanno sconosciuto, "una malattia invisibile all'altezza del cuore, o del cervello". Si rifiuta di obbedire automaticamente ai riti cui sembra sottostare l'umanità: trovare un lavoro, farsi una famiglia... la sua vita è attratta piuttosto dal gorgo del vuoto, e da quattro anni è in caduta "precisa come un tuffo da olimpionico". Non ha più nemmeno la forza di scrivere, e la sua esistenza sembra priva di uno scopo. E per i suoi genitori che Daniele prova a chiedere aiuto, deve riuscire a sopravvivere, lo farà attraverso il lavoro. Il 3 marzo del 1999 firma un contratto con una cooperativa legata all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. In questa "casa" speciale, abitata dai bambini segnati dalla malattia, sono molti gli sguardi che incontra e che via via lo spingeranno a porsi una domanda scomoda: perché, se la sofferenza pare essere l'unica legge che governa il mondo, vale comunque la pena di vivere e provare a costruire qualcosa? Le risposte arriveranno, al di là di qualsiasi retorica e con deflagrante potenza, dall'esperienza quotidiana di fatica e solidarietà tra compagni di lavoro, in un luogo come il Bambino Gesù, in cui l'essenza della vita si mostra in tutta la sua brutalità e negli squarci di inattesa bellezza. Qui Daniele sentirà dentro di sé un invito sempre più imperioso a non chiudere gli occhi, e lo accoglierà come un dono. Con la lingua precisa e affilata del poeta, Daniele Mencarelli ci offre con grazia cruda il racconto coraggioso del rifugio cercato nell'alcol, della spirale di solitudine, prostrazione e vergogna di quegli anni bui, e della progressiva liberazione dalla sofferenza fino alla straordinaria rinascita.
Si definisce scrittore e poeta italiano, Daniele Mencarelli nasce a Roma nel 1974 e attualmente vive ad Ariccia un comune sempre della capitale.
Esordisce nel 1997 in ambito poetico, sulla rivista clanDestino, e sempre per lo stesso editore nella sezione “quaderni di clanDestino” uscirà nel 2001 la sua prima raccolta dal titolo I Giorni condivisi.
È del 2001 uno dei suoi libri più amati e apprezzati dalla critica e dai lettori, si tratta di Bambino Gesù, Ospedale Pediatrico
"All'inizio della vetrata liberty stazionano due ragazzi,la madre tiene in braccio un bambino mentre il padre gioca con lui, il piccolo avrà tre anni, a parte gli occhi il suo viso non esiste, al posto del naso,la bocca ci sono buchi di carne rossa, davanti a loro c'è una suora, è anziana, piegata in avanti, il suo viso sfiora quello sfigurato del bambino:"Tu sei il bello di mamma e papà vero?"prende una manina e la bacia,il bambino per il solletico ride e la suora:"allora non sei solo bello, sei pure simpatico!!"poi si drizza e guardando il padre e la madre dice"ma non sentite che risata ha?,questo dentro non ha l'argento, ha l'oro, l'oro vivo". Non serve capire, comprendere, serve accogliere l'umano con tutta la forza che ci è concessa, arrivare alla bellezza che non conosce disfacimento, nucleo primo e inviolabile, serve fronteggiare l'orrore per sfondarlo, ecco il primato d'amore che ho visto negli occhi di quella suora.Una vetta,una altezza destinata a pochi, solo a chi non arretra di fronte alla realtà, senza mai chiudere gli occhi, con un coraggio sterminato nel sangue,più forte di qualsiasi paura, egosimo" E' un estratto del libro di Daniele Mencarelli, storia di un giovane poeta, alcolizzato, in profonda crisi che vuole ancora vivere e lo farà attraverso il lavoro, firmando un contratto con la cooperativa di pulizie legata all'ospedale bambino Gesù di Roma dove sono ricoverati bambini deformi, malati terminali. Una lettura davvero consigliata con un finale a sorpresa carico di ottimismo e speranza.
Francesco Castagna - 10/07/2021 16:05