Un racconto della vita di Pasolini che estendendosi dalla nascita alla morte con scrupolosità annalistica, utilizza i modelli più instabili della testimonianza biografica, quali un diario involontario, raccolte di corrispondenza privata, ricordi di amici, conversazioni registrate - a un certo punto della sua carriera Pasolini era diventato maestro del concedere e guidare le interviste -, polemiche giornalistiche, verdetti di tribunali e di premi letterari e cinematografici, articoli di cronaca nera e infine dichiarazioni e interventi di un poeta che per trent'anni, quasi quotidianamente, è stato aggredito e umiliato dai mass media e allo stesso tempo letto e interrogato come un oracolo. Questi materiali, meglio delle opere rifinite e consegnate alla storia, dànno il senso reale dell'ora che passa e del suo incerto destino; e infatti essi valgono per la quantità di citazioni che consentono di estrarre e comporre in un amalgama temporale che detta da sé le ragioni della sua oggettività. Tra le altre cose, viene qui minuziosamente registrato il passaggio o osmosi tra letteratura, cinema e vita, poesia e ideologia, impegno sociale e ripiegamento interiore.