La poesia di Natan Zach preferisce immagini povere, quasi scontate, a volte ai limiti del nonsense, che si sposino naturalmente col suo raffinato gioco di banalizzazione linguistica. La sua arma più affilata è l'ironia, grazie alla quale può permettersi scatti improvvisi subito raggelati da un io lirico sarcastico, che ai sentimenti consente di rivelarsi solo quel tanto necessario a sconfessarli. Al servizio di quest'ironia è anche la tecnica della rima, la quale, esiliata per un rifiuto programmatico delle tradizionali forme strofiche chiuse, ricompare tuttavia all'insegna della casualità, rimalmezzo, o accenno di struttura strofica irregolare e arbitraria, o inaspettata rima baciata. Nella sua più recente produzione Zach si orienta soprattutto verso i temi del suo profondo disagio esistenziale.