In questo lavoro, in cui si fondono aspetti storici e teorie antropologiche, la pratica della vendetta, un fenomeno presente in tutte le culture umane, viene letta in una luce nuova: non come espressione di imbarbarimento culturale né tanto meno come esempio di giustizia primitiva. Al contrario, soprattutto nell'area mediterranea, la vendetta è piuttosto una forma esemplare di regolazione delle azioni, una sorta di spazio equilibrato e delicatissimo in cui si muovono gli individui in quanto portatori di intrecci relazionali infiniti. La vendetta, interpretata spesso come cifra di una gestione caotica o anarchica del potere, definisce così, alla luce dei casi e degli studi esaminati, una modalità ordinata di controllo dell'istinto violento, mostrando un'inedita funzione di coesione e collocandosi per certi versi all'origine stessa delle costruzioni sociali dell'immagine del Sé.