La medicina, al bivio tra arte e tecnologia, sta esprimendo la tendenza a fissarsi in un progetto "scientista" e mercantile, tipico di molti aspetti del vivere d'oggi. Il libro suggerisce la possibilità che l'uomo di scienza incontri nella relazione di cura, sua espressione privilegiata, non soltanto l'orgoglio dell'intelletto, ma anche le misteriose ragioni del cuore. La dimensione psicosociale considera la cura esperienza primaria di interdipendenza. Essa dà valore alla mente, come strumento di conoscenza, e all'anima, in quanto contenitore di pena. In questa armonia, sta l'etica e la religiosità tollerante, che non riesce a dettare norme, ma indica sentieri; che alla parola preferisce l'ascolto e al giudizio l'abbraccio.