"Il momento è oggi. Siamo sul crinale. L'emancipazione è al suo climax, e a questo punto ci tocca scegliere." Marina Terragni, la giornalista che in questi anni ha saputo raccontare con maggiore competenza e intensità l'avventura del maschile e del femminile, lancia un allarme, un appello e una sfida a tutte le donne. Si deve e si può tornare a praticare la propria femminilità senza perderci nulla, e anzi guadagnando in libertà e felicità. Vivere pienamente la differenza è il solo modo di essere davvero pari. "Un gran lavoro, ma io credo che sia proprio il lavoro che oggi c'è da fare." Il rischio, come avverte il titolo, è quello della scomparsa, l'estinzione delle donne e l'omologazione sessuale. E adesso che anche gli uomini sono in crisi, come "scorticati" dalla fine del patriarcato, ma forse proprio per questo più interessanti, è il momento di distogliere le energie dalla rincorsa del modello maschile "globale" e investirle nella ricerca di una civiltà femminile, per il bene delle donne e degli uomini: "Il mondo è pieno di tracce di questo universo femminile, di indizi che aspettano solo che qualcuna li scopra, e questo libro vuole scoprirne qualcuno. Si tratta di saper vedere quello che c'è e di farlo fiorire. Ci sono tracce di un mondo femminile nelle parole che usiamo, in certi scarti della lingua da cui trapela inaspettatamente 'qualcosa d'altro'. Nelle cose che insistiamo a fare e in quelle che invece ci ostiniamo a non voler fare, per esempio la politica com'è comunemente intesa. Nella caparbietà con cui ci aspettiamo sempre che alla fine l'abbia vinta l'amore. (...) Nel fatto che siamo sempre in cerca di qualcosa che ancora non si vede, eppure siamo sicure che c'è". Con l'originalità di un pamphlet, la solidità argomentativa di un saggio e la forza politica di un manifesto, "La scomparsa delle donne" riesce a calare nel nostro quotidiano tutte le questioni legate ai rapporti fra i generi, e a lanciare una proposta concreta e spiazzante che farà sicuramente riflettere e discutere.